IN UNA NOTTE DI TEMPORALE - classe 2A Scuola Verdi
IN UNA NOTTE DI TEMPORALE2A Scuola Verdi
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 2A – Scuola Verdi
A cura di Adriana Milani – Teatro del Cerchio
In una notte di temporale un gruppo di capre si ripara in un casale. Arrivano però anche dei lupi. Il buio aiuta la nascita della loro amicizia. Cosa succederà però quando si rivedranno? I ragazzi della classe propongono ipotesi di probabili incontri: le sorprese sono dietro l’angolo.
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DIRITTO DI SOGNARE - classe 2A Scuola Vicini
DIRITTO DI SOGNAREclasse 2A Scuola Vicini
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 2A – Scuola Vicini
A cura di Alessandro Conti – Lenz Fondazione
La formulazione del laboratorio è stata improntata come un lavoro a mosaico, ogni volta differente, al fine di rintracciare e stimolare gli interessi di ciascun* student*. Ogni giorno è stato preso in analisi un diritto specifico e, attraverso il dibattitto o la breve stesura di un pensiero/disegno/traccia perso-nale, si è venuta a formare una stratificazione di materiali utile a generare memoria collettiva e ma-teriale drammaturgico utilizzato in scena. L’esito esplora le molteplici declinazioni dei diritti affron-tati in aula focalizzandosi su posture riprese da quadri iconici della storia dell’arte e su specifiche emozioni contrastanti, cioè al di là del consueto e dell’ordinario. Ad esempio: assumere la postura della La zattera della medusa di Gericault (simbolicamente associata al “diritto al soccorso”) gridando di rabbia o, al contrario, ridere di fronte alla fucilazione del 3 maggio 1808 di Goya, il fine ultimo è stato quello di incoraggiare il movimento creativo ed esplorare la sfera empatica personale.
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L'IMPRONTA - 2A Scuola Rodari
L'IMPRONTA2A Scuola Rodari
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 2A Scuola Rodari
Insegnanti Marinella Froio, Isabella Sagone
A cura di Loredana Scianna – Lenz Fondazione
Etimologicamente, in sanscrito kar-tr è il Creatore, ovvero “colui che fa dal nulla”. Nel mito della Creazione, tuttavia, l’impronta della divinità ci vuole plasmati a sua immagine. I bambini hanno disegnato una creatura “che prima non c’era e ora esiste” a partire da un pezzetto del loro corpo: dai contorni di mani, piedi, gomiti, orecchie e quant’altro potessero perimetrare con una matita, hanno ricavato una forma, l’involucro originale. Poi hanno dato a questa forma un nome, un colore, una storia, un mondo. In poche parole, una vita. Ogni creatura plasmata dai bambini ha caratteristiche positive e negative (a volte le stesse, a seconda del contesto). A volte sono tenere e spaventose insieme ma, per quanto totalmente difformi da ciò che già conosciamo, sono riconosciute dai bambini come parte di sé e per questo amate, anche quando “fanno arrabbiare”. Il confronto con la vicenda biblica di Adamo ed Eva (e della loro caduta) lo possiamo affrescare con le parole di uno di loro: “Ma insomma, prima Dio li vuole, poi li caccia, gli vuole bene un po’ si e un po’ no…non va mica bene!”.
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TRA LE MIE MANI - 3B Scuola Verdi
TRA LE MIE MANI3B Scuola Verdi
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 3B Scuola Verdi
Insegnante Ilenia Bertolotti
A cura di Beatrice Baruffini – Associazione Micro Macro
Le mani sono contatto, presa, segreto, carezza. Sono una possibilità per raccontare quello che siamo, intimamente e collettivamente. Si fanno carico simbolico di gesti, segni, indizi, che cambiano tra passato, presente, futuro. Come cambiano le nostre mani se non possiamo più sentire? Cosa resta qui, tra le mie mani?
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SIAMO SPECIALI, PER FORTUNA MAI NORMALI - 3B Scuola Campanini
SIAMO SPECIALI, PER FORTUNA MAI NORMALI3B Scuola Campanini
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 3B Scuola Campanini
Insegnante Federica Conversi
A cura di Franca Tragni – Zonafranca
Abbiamo fatto un viaggio alla scoperta dell’essere bambin* e abbiamo scoperto che siamo speciali e mai normali! Quanta strada abbiamo fatto da quando eravamo piccoli semi nella pancia della mamma! E come diventeremo? Come saranno i nostri piedi? E le nostre mani? Chissà! Godiamoci intanto questo nostro essere bambin* , e adesso che abbiamo capito quanto è triste stare lontan* un metro, quando il mondo guarirà, ci presteremo matite e pennarelli, ci toccheremo e finalmente ci abbracceremo.
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I CINQUE SENSI SONO SEI - 3A Scuola Palli
I CINQUE SENSI SONO SEI3A Scuola Palli
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 3A Scuola Palli
Insegnante Maria Frattini
A cura di Michela Ollari – Zonafranca
La trasformazione del nostro corpo durante la crescita avviene attraverso l’acquisizione di nozioni non solo intellettuali, ma esperienziali quali riconoscere i profumi, assaporare i gusti, osservare quello che ci circonda, …. E questo avviene attraverso i 5 sensi che però sappiamo non essere gli unici.
Viaggerete insieme a noi attraverso le nostre scoperte…..buon viaggio!
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ECO, COME STAI? SPERO BENE MA NON SEI IL MIO TIPO - 5B Scuola Campanini
ECO, COME STAI? SPERO BENE MA NON SEI IL MIO TIPO5B Scuola Campanini
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 5B Scuola Campanini
Insegnanti Genoveffa Romano, Elena Li Ranzi, Enrica Ronchini, Filomena di Benedetto, Cecilia Cavatorta, Leontina Bonori
A cura di Franca Tragni – Zonafranca
Narciso ed Eco sono le due facce della stessa medaglia, un po’ come la 5A e la 5B della scuola Campanini di Baganzola, per questo abbiamo lavorato allo stesso tema! Noi di 5A ci siamo immaginat* di essere Narciso e di dare parola a Eco e noi di 5B abbiamo fatto il contrario. Risultato? Abbiamo scoperto che Narciso concentrato su sé stesso non vede chi ha di fronte, ma anche Eco non vede chi ha di fronte perché troppo concentrata sul proprio dolore, e rifiutata non ha cura di sé e diventa invisibile. Morale: non è liber* chi è schiav* del proprio corpo e della propria immagine, quindi impariamo a piacerci impariamo ad amarci!
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PIDOCCHIO SARAI TU! - 5A Scuola A. Frank
PIDOCCHIO SARAI TU!5A Scuola A. Frank
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 5A – Scuola A. Frank
Insegnante: Rosaria Rodia
A cura di Mario Aroldi – Teatro del Cerchio
Il corpo come oggetto, che quanto oggetto presuppone una forma, un colore, un peso, una collocazione. Ma se il corpo-oggetto avesse un’anima, si accetterebbe così com’è? Con le classi 5^A e 5^C dalla Scuola Ferrari abbiamo deciso, quindi, di affrontare il tema del corpo utilizzando la metafora dell’oggetto; e quale oggetto è più vicino a noi, alle storie che conosciamo, se non Pinocchio? Un burattino di legno che si è trovato a dover affrontare una vita diversa dagli altri, in quanto pezzo di legno, ma che una volta conosciuta la sua vera anima ha deciso di affrontarla a suo modo. Noi, con questo progetto, abbiamo voluto affrontarla a nostro modo cercando di dare a questo pezzo di legno, a questo corpo, a questo involucro, un’anima che esiste, una sua idea di vita, un suo modo di vivere, contro tutti i pregiudizi di forma, colore. Ciò che non ci piace dobbiamo amarlo più forte, ogni presa in giro, metterla da parte.. tutto serve in questa vita, tutto serve in questo mondo, niente, deve metterci in ginocchio Ora l’ho capito, ora sono felice..da pezzo di legno..da burattino. Da Pinocchio.
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LA CITTA DEI COLORI - 4A Scuola Adorni
LA CITTA DEI COLORI4A Scuola Adorni
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 4A Scuola Adorni
Insegnante Paola Carra
A cura di Antonio Buccarello e Matteo Bacchini – Teatro del Tempo
Qualcuno ha deciso che troppi colori son troppi. Molti aspettano il bus ma alcuni preferiscono perderlo. Tutti devono avere una maschera. Meglio due. Tutti sanno fare l’ape, il pesce e il canguro. Molti anche la formica. Nessuno il tirannosauro. Tutti hanno le stesse emozioni. Nessuno ha la stessa emozione di un altro. Tutti sanno cantare e ballare, se ci provano (e ci provano!). Qualcuno ha cambiato idea.
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ZONA LIMITE VALICABILE - 3C Scuola Verdi
ZONA LIMITE VALICABILE
3 C Scuola Verdi
TENIAMOCI IN CON-TATTO
Classe 3C – Scuola Verdi
Insegnante Iliana Lombardi
A cura di Yele Canali Ferrari e Riccardo Reina – Associazione Micro Macro
Il lavoro del laboratorio di teatro si è concentrato attorno al concetto di limite e consenso. Il limite come qualcosa che arriva dall’esterno, che ci confina, ci costringe in posture rigide e difficili da mantenere, qualcosa che è posto senza il nostro consenso. Il limite poi può essere anche qualcosa che sancisce quali sono i nostri confini, quelli da rispettare e di cui prendersi cura. Quest’anno abbiamo trovato molte cose strette dentro limiti che ci sono stati imposti dall’emergenza sanitaria, la scuola, la classe, perfino i banchi e le sedie. Abbiamo potuto esplorare la dinamica della rottura e del superamento di un limite proprio grazie al dispositivo teatrale del laboratorio per cui un limite può diventare una risorsa per aprire immaginari differenti in cui esplorare e osservare il presente da altri punti di vista.